giovedì 19 giugno 2014

Fare della famiglia il mio lavoro (I parte)


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Dal post di Federica di Mammamogliedonna, scoperto grazie al "Top of the Post" di KeVitafarelamamma mi sono venuti tanti pensieri, tanti ricordi….

Nel mio commento al post di Federica scrivo “Io sono mamma full time un po' per scelta e un po' perché il posto di lavoro che avevo, come è successo a tante prima di me, non esisteva più al momento del rientro e mi hanno offerto di fare i turni.... che con 3 figli è impensabile. La storia è lunga e mi è venuta voglia di raccontarla....” E dunque la racconto! 


Sono arrivata in Italia per lavoro, al booking di un hotel. E nel lavoro ho conosciuto mio marito e amorevole padre dei miei figli. Sono cresciuta, ho imparato molto nel mio posto di lavoro. Anno dopo anno acquisivo sicurezza. Nel mondo del turismo il turn over e fortissimo e in poco tempo mi sono ritrovata a gestire quasi da sola l’ufficio booking, con la responsabilità di trovare il giusto prezzo/guadagno. Mi piaceva. Ed ero brava. Mi impegnavo, molto, moltissimo. Facevo ore extra senza mai pensare ai soldi (non mi pagavano straordinari, ovviamente) ma ne guadagnavo in soddisfazione personale, nella consapevolezza di un lavoro fatto bene. Perché i miei mi hanno sempre insegnato che una cosa o la si fa bene oppure è meglio non farla. Così, nel momento più bello della mia crescita professionale, sono rimasta in cinta di Lucia.

Niente di particolare… succede a tutte di fermarsi un attimo per creare la famiglia che si sogna. Era il momento giusto. Avrei lavorato fino a poco prima del parto, sarei tornata al lavoro appena possibile e avrei continuato la mia crescita professionale. Semplice no? No. Purtroppo non è stato così facile. Al 6° mese di gravidanza la schiena non tiene più e si sta a casa a riposo. Nata Lucia io, lo riconosco, non vedevo l’ora di tornare. Parlo con il capo e confermo il mio rientro trascorsi 3 mesi dal parto. Ero felice, molto felice. Ma…. a una settimana del rientro “il capo” mi invia una raccomandata che mi obbliga a stare a casa in ferie per un altro mese… Già da lì dovevo capire ma io non ho perso la fiducia!

Alla fine rientro. Mio marito, che lavora ancora la, nel ufficio accanto al mio, fa i riposi per l’allattamento che mi aspettano ma che, sorpresa, può anche fare il marito se la moglie ci rinuncia. Io volevo tornare a tempo pieno per impegnarmi a ricostruire il mio posto. Ma non è facile rientrare al lavoro per una mamma. Io non ero più una donna, una single, una lavoratrice che vuole crescere ed impegnarsi. Agli occhi degli altri ero soltanto una mamma. E, che dire degli altri, quasi tutte donne. E proprio perché donne ti auguri che capiscano che puoi essere stanca per le notti in bianco, per i mille impegni... e invece no, se ne approfittano per fare carriera loro a tue spesse! Ora so che tutto questo capiterà anche a loro e mi auguro per loro che non vengano trattate come loro hanno trattato me!  

Comunque vado avanti, cercando il mio posto… Cosa potrebbe mai succedere? Siamo una famiglia felice noi 3! LICENZIAMENTO?….. a me non possono toccarmi, mia figlia non ha ancora 1 anno. Siamo tranquilli…. eravamo tranquilli... sereni finché non arriva un altra raccomandata... la raccomandata di licenziare per mio marito. (eravamo tutti e 2 in ufficio quando mia suocera ha preso la raccomandata e ha chiamato. Non vi racconto come ho fatto a finire quella giornata seduta nella mia scrivania senza di lui nel ufficio accanto perché nemmeno io lo so)

Nello stesso giorno del suo licenziamento ho chiesto il part time per l’allattamento (mentre fredda ed incazzata la mia). Poi ho lavorato nel inferno 2 settimane e sono andata in ferie (programmate.... no potevano aspettare almeno che io avessi le ferie subito dopo per riprendermi un po'??!!). 

Con l’amore, la fiducia nel futuro e scacciando via le paure sono rimasta in cinta del mio secondo figlio. E dalle ferie non sono tornata e ho goduto nel dare la notizia, lo riconosco. Per ovvi motivi di stress sono rimasta a riposo (di stress e di perdita, perché Andrea doveva avere un gemello, ma lui/lei non c’era più).

Così siamo andati avanti. Adriano ha trovato un nuovo lavoro dopo 3 mesi, la gravidanza prosegue bene per fortuna. E io?  continuavo a pensare al lavoro. Perché mi piaceva davvero quel lavoro! E dopo la nascita di Andrea ci ho riprovato. Le persone che mi avevano trattata male non c’erano più. Poteva essere un nuovo inizio. Invece, questa volta, mobbing! (si scrive così?) 

Ma si può! Ma davvero! Ma lo avevo detto che volevo impegnarmi e che se non mi volevano bastava dirlo e io me ne stavo a casa!!!! Invece no….. facciamole fare i turni per vedere se si licenzia. Al inizio turni abbastanza gestibili. Dopo 2 mesi ogni giorno della settimana avevo un orario diverso. Ogni giorno email di rimprovero di questo non va fatto così, hai detto questo, non hai archiviato questo…. tutto era colpa mia! 

Andavo avanti, perché il mio lavoro lo sapevo fare e non potevo permettere che persone con meno capacità di me (ma per davvero, non che io creda di essere chi sa chi) mi dicessero come vendere al telefono una stanza. Mi dicevano su persino perché avevo venduto una stanza a un prezzo più alto di quello che mi avevano imposto loro (ma si può? più alto, dunque con più guadagno…) 

A ripensarci oggi oltre alla rabbia… mi rendo conto di quanto piccole erano. Ma mi hanno annullata completamente. Dopo 3 mesi così non ero certa, nemmeno io, di saper fare quel lavoro. Solo quando mi sono vista una sera urlare contro Lucia e Andrea per un niente mi sono ressa conto che doveva finire…. Ho chiesto qualche giorno di malattia e sono anche andata dal psicologo che mi ha subito dato 6 mesi di malattia dicendomi “non capisco questi maltrattamenti al lavoro. Non c’è lavoro che conti tanto quanto la salute personale. Lasciali perdere, ma gli do il tempo di cercare…..” (trovare più dottori così!)

Ecco, non ho cercato molto un nuovo lavoro perché, come sapete, i miei figli sono 3. Così, mentre stavo a casa sono rimasta in cinta di Angela. La malattia… ho fatto solo 15 giorni. Poi ho preso 3 mesi di facoltativa che avevo tenuto nel cassetto per una eventualità come questa e poi sono andata in maternità.

Non devo dire che poi non mi è nemmeno passato per la testa di tornare, vero? Oggi, sono a casa con i miei bambini. Fra poco finisce la scuola e io non devo cercare grest, nonni, babysitter, ecc. ma solo pazienza, tanta pazienza. Sapete se si vende da qualche parte?

Mi ritengo una donna fortunata perché ho potuto decidere di stare a casa senza lavorare. Non abbiamo un mutuo che ci opprime. Vivere con un solo stipendio non sarà comunque facile, dobbiamo rinunciare a molte cose, risparmiare dove possibile. Magari non potrò far fare ai miei figli corsi all'estero, magari in futuro tornerò a lavorare.... chi lo sa? Ma per adesso, sono felice così! 

Io che pensavo solo al lavoro ora faccio la mamma! Perché insieme a Adriano, Lucia, Andrea ed Angela ho, finalmente, trovato il mio posto.

Cara Federica, con il tempo si trova l'equilibrio.