domenica 30 novembre 2014

Alfabetizzazione emozionale: pensieri dopo la conferenza della prof. Silvia Blezza Picherle

Uno dei luoghi comuni sulla letteratura per l’infanzia citati dalla prof. Blezza Picherle nella sua conferenza “Leggere a voce alta” è che questa serva ad educare alle emozioni e ai sentimenti.

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Seguendo questa idea che la letteratura per l’infanzia possa in qualche modo servire alla “alfabetizzazione emozionale” spesso si creano percorsi obbligati, attraverso la lettura dei libri, che, il più delle volte alienano il bambino.


DSC_0021l'alfabeto delle emozioniSono triste sono felice

La professoressa Blezza afferma che dal punto di vista psicopedagogico questi percorsi possono essere considerati come una violenza sul bambino.

Bisognerebbe mettersi nei panni dei bambini più spesso, pensare a come ci sentiremo noi se qualcuno provassi a farci parlare di alcune nostre emozioni. Ci sono emozioni si cui i bambini non vogliono parlare, come succede agli adulti.
Un bambino è costretto a fare un percorso deciso da un adulto che le dice di lavorare per una settimana sulla paura, ad esempio… voi lo fareste?
Secondo la prof. Blezza il libro “Che Rabbia!” (per citare uno dei più “usati” e conosciuti) non va spiegato ne commentato, va semplicemente letto.

Che rabbia

Gli albi illustrati sono già predisposti 
per alfabetizzare alle emozioni, 
senza commenti, 
con la sola lettura.

La mia conclusione?: è vero che non possiamo creare dei percorsi obbligatori, ne possiamo decidere noi il momento per parlare di emozioni con i bambini. Ma possiamo, leggendo con loro certi libri, aiutargli a capire:
  1. cosa sono le emozioni
  2. che non sono gli unici a provarle, tutti provano rabbia, paura, ecc
  3. si possono controllare le emozioni (e i bambini nei libri trovano chi gli insegna come)
Quando leggere questi libri è la decisione più difficile. Ma, in molti albi illustrati le emozioni ci sono, anche se non in modo così evidente come negli esempi sopra.

Personalmente non uso un libro per parlare di emozioni. Piuttosto mi servo del ricordo della lettura di un libro. Quando i bimbi esprimono il desiderio di parlare (di paura, di rabbia, di amore…) allora, in questo momento, il libro torna utile, perché anche solo nominando il titolo i bambini ricordano le situazioni, riescono a immedesimarsi e a capire meglio. 

Ana

PS: questi sono i “miei” preferiti! Ma proprio miei…. nel senso che imparo proprio io da questi libri!

gli angeli dei sentimentiil grande libro delle emozioni