mercoledì 27 luglio 2016

ERO CATTIVO

Ero cattivo
Antonio Ferrara
San Paolo ed.
collana "Nuvole"


"Sempre a pensare ai libri. Sono proprio gente priva di idee, gli insegnanti. Quella di italiano mi faceva le domande e poi si dimenticava di ascoltare le risposte. Come va a casa Angelo? Tuo padre ha trovato lavoro? E prima che riuscissi a mettere insieme due parole diceva:

- Ragazzi, aprite a pagina 29 che non abbiamo tempo da perdere.
A volte avrei voluto che nei libri si potesse davvero imparare qualcosa. Qualcosa di vero. Qualcosa per aiutarti a parlare con le altre persone. Ma i libri erano uno schifo, non servivano a niente."



Angelo è un ragazzo cattivo. Lui pensa di essere cattivo. Ne è convinto. Da ragazzo cattivo si comporta ogni giorno con compagni e insegnanti, in collegio. Sarà dopo un scherzo finito male che Angelo troverà una possibilità di cambiare la sua vita. Viene inviato a vivere in una comunità, con altri 3 ragazzi "cattivi". Un prete pittore, una cuoca sorridente e un desiderio profondo diventato realtà, un cane tutto suo. Questo quello che Angelo trova in comunità. 

"Cominciava a piacermi, quel matto di un prete. Non era come gli altri. I grandi, voglio dire. Ti fanno sentire in colpa per tutto quello che fai, anche se non hai fatto niente. Se ti diverti troppo, loro subito ci trovano una colpa"

Attraversiamo un anno della vita di Angelo nelle pagine di questo libro. Un anno che vede Angelo pensare e ragionare per arrivare da solo a capire la fonte della sua cattiveria. E a convincersi che si può cambiare, che è ancora in tempo. Che nessuno nasce cattivo. 

Ci sono altri libri per capire i bulli. Le persone che si nascondono dietro ai bulli. I ragazzi cattivi. Per capire da dove arriva la loro rabbia e perché si vendicano con altri più deboli di loro. C'è, ad esempio, "La Storia di Julian" il bullo della serie di libri di Wonder. Ma questo libro, che sì, parla di questo, ma va decisamente oltre. 
In questo libro si trovano le cattiverie del mondo di questo ragazzo, uno come tanti: il collegio, il padre che lo maltratta, i sabati passati a casa come un fantasma perché i suoi non lo considerano, la mamma che non ferma il padre fino all'ultimo. 
Ma qui, tra queste pagine, c'è la soluzione. La fiducia. Il prete che guida la comunità in campagna ha fiducia nei ragazzi. Mette loro alla prova con se stessi. Non obbliga. Non castiga. Da sempre un altra opportunità. Concede sostegno. E attraverso l'arte (dei ritratti che lui fa immaginando il futuro e il cinema) fa si che siano loro ad arrivare da soli al loro futuro. Ed è guadagnando la fiducia in loro stessi che loro si salvano dal "essere cattivi". 

"E pensavo che non era stato poi così male, essere lì in quella casa in mezzo alla campagna. E pensavo che mi piaceva come parlava, il prete. E mi piaceva che scegliesse con cura le parole.Avevo notato che diceva sempre quando e non diceva mai se. Non ti diceva se riuscirai ad essere promosso, vedrai che... ma quando sarai promosso, vedrai che..."

Un libro che mi è piaciuto moltissimo. Profondo, vero, sincero. Come parlare di cose difficile con semplicità. Io non so davvero come fa! Uno di quei libri che, una volta girata l'ultima pagina, mi viene voglia di ringraziare l'autore per averlo pensato e scritto. Tra i migliori di Antonio Ferrara (almeno tra i migliori di quelli che ho letto io). Come adulto ci fa pensare a quanto invadiamo la privacy e la crescita dei nostri ragazzi e quanto poco riusciamo ad avere empatia con loro, a capire il loro mondo. (e pensare che io mi consideravo una ragazza fino a poco tempo fa!!!!) 

Ai ragazzi, spero, da una parte da la possibilità di vedere che il cambiamento è possibile. Da l'altra insegna che la cattiveria non è innata che bisogna guardare oltre, come fa il nostro prete. E non tutto avrà un lieto fine, perché la vita, in fondo, è così. Non sempre va tutto bene. Ed è giusto vedere anche questo nei libri.

Con questo libro Antonio Ferrara ha vinto il Premio Andersen nel 2012 per il miglior libro oltre i 15 anni. Appena uscita a giungo la nuova edizione.


Per sapere di più vi lascio qualche altra recensione: 

La recensione di Biblioletture Ragazzi (con booktrailer)
La recensione di Qualcuno con cui correre
La recensione di Mangialibri
La recensione di Libri e Marmellata
La recensione di Sul Romanzo

“Stavo con gli occhi aperti. Il buio era denso, potevi toccarlo. Ripensavo a quel pensiero amaro. Era un pensiero enorme, non sapevo come prenderlo, dovevo girarci intorno da tutte le parti, ai margini. Non potevo pensarci, mi veniva come una nausea, mi toglieva il respiro. Il guaio era che uno bisognava che cercasse di pensare soltanto alle cose che doveva fare, ma era la testa che pensava per conto suo. E questo era: io ero cattivo”

venerdì 22 luglio 2016

Il segreto di Ciro

Il segreto di Ciro
Antonio Ferrara
illustrazioni di Lorenzo Manià
Il Castoro

"Sono un vigliacco, pensava seduto sul sedile posteriore, mentre il vento lo prendeva a schiaffi, sono un vigliacco e sto fregando tutti e due, sto fregando le due persone a cui voglio più bene." 


Questa è una storia romantica. Di quel romanticismo che vive nell'adolescenza. Un amore di estate che vuole arrivare fino all'inverno. 

Il figlio del cimitero

Il figlio del cimitero - la storia di un bambino che viveva tra le tombe. 
Neil Gaiman 
Illustrazioni: Dave McKean 
Traduzione: Giuseppe Iacobaci 
Mondadori

"Che sei diverso, lo sai già. Che sei vivo. Che ti abbiamo preso... che ti hanno preso a vivere qui; e che io ho accettato di essere il tuo tutore."


Un altro libro di Gaiman. Un altro libro che non riesci a smettere di leggere.

lunedì 18 luglio 2016

L'oceano in fondo al sentiero

L'oceano in fondo al sentiero
Neil Gaiman
Traduzione di Carlo Prosperi
Mondadori

"Adesso ti dico una cosa importante. Nemmeno gli adulti, dentro, hanno l'aspetto di adulti. Fuori sono grandi e grossi, sventati e fieri di sé. Dentro, invece, hanno l'aspetto di sempre, quello che avevano alla tua età. La verità è che gli adulti non esistono. Non c'è ne nemmeno uno in tutto il mondo. (...) Tranne nonna, ovviamente" 




Non è facile cominciare a raccontar questo libro. 190 pagine da leggere quasi di un fiato. Non riesci a smettere perché rimani sospeso nella storia, prigioniero come il nostro protagonista. Nel prologo si presenta a noi un adulto che torna a casa per un funerale. Ma viene attratto verso la fattoria in fondo alla strada. E mentre sta seduto davanti allo stagno, davanti all'oceano, della fattoria riaffiorano in lui i ricordi da bambino. Di un bambino di 7 anni che ha scoperto il valore della amicizia. Una amicizia che gli ha salvato la vita. Comincia quindi il racconto di questo bambino che ama leggere, ha paura di dormire con la porta chiusa, vive con mamma, papà e una sorella. In casa ci sono problemi economici quindi la sua stanza viene affittata e lui costretto a condividere la camera. 


"Non era venuto nessuno al mio settimo compleanno. (..) Ero triste perché alla mia festa non era venuto nessuno ma felice di avere un pupazzo di Batman. Per non parlare del regalo di compleanno che aspettava di essere divorato, un'edizione in cofanetto delle Cronache di Narnia che portai subito di sopra. Sdraiato sul letto, mi perse nelle storie. Mi piaceva. I libri erano sempre meno pericolosi delle persone."


L'ultimo affittuario è un cercatori di opali che, sommerso dai debiti, decide di suicidarsi proprio nella macchina di famiglia, in fondo al sentiero, vicino alla fattoria dei Hempstock. E' qui, in realtà, che comincia la nostra storia. Il bambino viene accompagnato alla fattoria per non dover vedere il cadavere. La conosce la famiglia Hempstock: nonna, mamma e figlia. E proprio Lettie, la Hempstock più piccola, a diventare sua amica. Tornato a casa cominciano gli incubi. Ma al risveglio ecco Lettie ad aspettarlo. Lettie che sa già che ha avuto un brutto sogno. Da questo momento in poi entriamo in una voragine fatta di creature di altri mondi che cercano di entrare nel nostro per rimanere. Suo malgrado il nostro protagonista diventerà la porta di entrata per uno di loro. E sarà proprio Lettie, insieme a sua madre e a sua nonna ad aiutarlo a tener salva la vita. Le donne Hempstock che non hanno età. 

"I miti mi piacevano. Non erano storie da adulti e non erano storie per bambini. Erano molto meglio. Erano e basta. Le storie da adulti non avevamo mai né capo né coda, e per giunta impiegavano un mucchio di tempo a entrare nel vivo. Mi davano la sensazione che per essere adulti bisognasse conoscere segreti, mitici segrete iniziatici. Perché allora i grandi non leggevano le storie di Narnia, perché non si interessavano a isole segrete e spie e fate minacciose?" 
"L'oceano in fondo al mare" si legge tutto di un fiato. I segreti della famiglia Hempstock, l'essere tra la vita e la morte del nostro protagonista, la lotta contro forze oscure. Insieme a loro ci avventuriamo in un universo fatto da esseri senza tempo e di magie. Sempre in bilico e con il fiato sospeso attraversiamo i ricordi di un quarantenne che ha vissuto un vero incubo che stenta a credere sia reale. 
"La mano di Lettie nella mia mi diede coraggio. Ma Lettie era solo una bambina, anche se una bambina più grande, anche se aveva 11 anni, anche se aveva 11 anni da un sacco di tempo. Ursula Monkton era una adulta. Non importava, in quel momento, che fosse la personificazione di ogni mostro, di ogni strega, di ogni incubo. Era anche un'adulta, e quando gli adulti combattono i bambini, vincono sempre." 
Il libro è edito da Mondadori nella collana "strade blu", non proprio una collana per bambini bensì per adulti. Ma questo libro andrebbe benissimo anche per Young adults. La storia è raccontata dal punto di vista bambino. Anche se il protagonista è un quarantenne, dal momento che inizia a ricordare il narratore diviene, di fatto, un bambino di 7 anni. Un bambino lettore di 7 anni. Con le sue paure e il suo modo di vedere il mondo. Quindi lo consiglierei dai 12 anni in su se hanno già letto altri libri di Gaiman. 
"Si era messa a piangere. Mi sentivo a disagio. Non sapevo mai come comportarmi quando gli adulti piangevano. Mi era capitato solo due volte: avevo visto piangere i miei nonni quando era morta la zia, in ospedale, e avevo visto piangere mia madre. I grandi non dovevano piangere, di questo ero certo. Non hanno una madre a confortarli" 
Mentre leggevo ricordavo il fascino che da adolescente avevano le "forze oscure". Mi sono venuti in mente molte conversazioni con amici sulla vita, la religione, la morte, la spiritualità. Questo sarebbe uno di quei libri da leggere quando s'inizia ad avvicinarsi alle domande fondamentali nella adolescenza. Al mistero nascosto dietro ogni cosa che ogni adolescente cerca, prima o poi. 

martedì 12 luglio 2016

RICKER RACKER CLUB

RICKER RACKER CLUB
Patrick Guest
Nathaniel Eckstrom
Giralangolo EDT

"Le femmine sono ammesse, ma solo il martedì" 


Chi non ha mai voluto far parte di un club segreto? Ma per far parte del Ricker Racker Club bisogna essere maschio. Una volta alla settimana bisogna fare qualcosa di incredibilmente coraggioso o gentile. I maschi del club, che aumentano pagina dopo pagina, sono molto coraggiosi. Fanno cose strepitose come attraversare la foresta delle ragnatele o mettere la testa dentro la tana di una volpe. Loro hanno:
- una stretta di mano segreta
- una parola d'ordine segreta
- una tartaruga che si chiama Albert
- una danza segreta per le occasioni speciali

Poi c'è Poppy. La femmina. Lei fa tantissime cose gentili per i maschi del club. regala loro il budino, riordina le camere... Ma non è ancora entrata nel Ricker Racker Club. Lei ne può far parte soltanto il martedì. 

Un giorno Albert finisce diritto nella tana del lupo sonnacchioso, antagonista dei nostri bravi maschietti. Tutti cercano "coraggiosamente" di salvare la tartaruga. Ma chi sarà la più coraggiosa di tutti? E chi dovrà poi essere gentile? 

 Una storia dolcissima per parlare del potere magico dell'amicizia senza genere; maschio, femmina? Importa poco se a vincere è il team. Anzi! Il team è più completo così. 

Per saperne di più:
- La recensione di Biblioragazziletture
- La recensione di Universo Mamma
- La recensione di Vita Zero Tre

martedì 5 luglio 2016

L'Albero di Natale

L'albero di Natale
Julie Salamon
Illustrazioni di Jill Weber
Sonzogno ed.

"Chiunque abbia avuto un amico o lo sia stato, sa che ci vuole un sacco di lavoro. Questo è vero sopratutto quando uno degli amici è un essere umano e l'altro è un albero. (...) Di fatto molte amicizia tra umani se ne avvantaggerebbero  se le persone si sforzassero di capirsi reciprocamente come lei si sforzò di capire il suo albero." 




Questo libro mi ha conquistata già dalla copertina. Non ne avevo mai sentito parlare ma vedendolo (in un gruppo FB di acquisto libri usati) l'ho voluto a tutti i costi. Non so bene perché. Arrivato stamattina, letto senza (quasi) sosta. 

Potrei dire che è un libro magico. Da nessuna parte si dice che sia un libro per bambini/ adolescenti. Ma io lo farei leggere già dai 10 anni. 120 pagine in un piccolo formato per narrare la storia di un albero, di una bambina e del uomo che farà "vivere per sempre" il loro legame. 

La storia narra della ricerca del albero di natale perfetto. Il capo giardiniere del Rockefeller Center ogni anno cerca l'albero simbolo del Natale newyorchese. Nel 1995 l'albero fu donato dal Convento del New Jersey. Da quella donazione nacque anche questo libro, secondo l'autrice frutto della fantasia. 

Il nostro giardiniere, il protagonista del libro, trova questo abete norvegese, perfetto, bello, grande, frondoso. L'albero di cui avrebbe bisogno per il Rockefeller Center. Albero, così si chiama questo altro protagonista, vive però in un convento. Suo Anthony, la nostra (stupenda) protagonista lo ha visto crescere ed è cresciuta con lui. La Madre Superiora lascerà a lei la decisione se donare Albero oppure no.

Così nasce un legame tra Suor Anthony e il nostro giardiniere. Un'amicizia che durerà anni. Visite al giardino, chiacchierate, lezioni ai bambini sugli alberi. Attraverso la narrazione di piccole storie che raccontano la sua vita, Suor Anthony ci fa dono della sua presenza, fino a quasi diventare una di famiglia. Poche pagine ma un personaggio che davvero rimarrà con me per molto tempo. 

"Non capitava quasi mai che restassimo delusi. Scoprivamo sempre qualcosa che io non avevo mai visto prima. Qualcosa di nuovo e meraviglioso"

E Albero? Lui è presente in ogni racconto perché è parte della vita di Suor Anthony e del convento. Ed entrerà a far parte della vita di tutti i newyorchesi. Scoprire la cura e l'impegno che ci vuole per accendere l'Albero del Rockefeller Center mi ha lasciata perplessa! Chi lo avrebbe immaginato! 

Leggetelo! Non ve ne pentirete! 

lunedì 4 luglio 2016

Diario di un giorno di vento

E' da un po di tempo che non scrivo. Non uno di quei post per cui questo blog è veramente nato. Uno di quelli che mi fanno da psicologo. Scrivo solo di libri. Anche loro cercano di guarirmi. Ma non sempre ci riescono.

Oggi è una giornata ventosa, molto ventosa. Il vento mi fa arrabbiare. Anche se oggi il vento ha rinfrescato questo caldo di luglio. 

Oggi sono stata in compagnia di amici. A un compleanno. I bambini si sono divertiti tantissimo. E io dovrei essere felice. Ma non ci riesco. Sono mesi che non ci riesco. Voglio sorridere e tornare ad essere quella di 2 anni fa. Quella che scriveva di primi passi, di allattamento. Quella che scriveva per loro, di loro. Ed era felice di dedicarsi in corpo e anima a loro. 

Oggi non trovo un modo per passare del tempo di qualità con i miei bambini, I loro giochi mi annoiano. Penso di aver sempre cose più importanti da fare. E so che non è così. Che loro sono la mia cosa più importante. 

Oggi mio marito dorme sereno. Dopo 2 mesi e mezzo di malattia e di dolore. E di paura. E di solitudine. E non so se riesco a farle capire quanto lui sia importante per me. Per noi. 

Oggi mia mamma mi aspetta. Come ogni giorno. Aspetta che io le dica quando potrò andare in Spagna a trovarla. E io aspetto. Aspetto perché quest'anno non potrò andare e non glielo posso dire. 

Oggi non trovo il libro che mi faccia svuotare la mente e leggere senza pensare ad altro. Oggi va così. 

Dove la trovo la forza di alzarmi domani, passare la mattina con i bimbi, cucinare il pranzo e la cena, sistemare? Dove la trovo la forza di non urlare? Dove ritrovo la Ana di 2 anni fa? Quando l'ho persa? 

In fondo io lo so cosa devo fare. Ma, rinunciare a quanto fatto fin ora, ne varrà la pena? Posso, potrei, davvero tornare al mio piccolo Bacini di Farfalla e a loro?